Io non ho mai capito Instagram!

Anzi a dire il vero non ho mai capito i selfie.

Anzi ad essere più preciso se avevo ai tempi trovato di dubbia utilità una fotocamera su un telefono, non ho mai capito cosa servisse una seconda fotocamera frontale.

Forse questi dubbi partono dalla mia inenarrabile amore verso l’iconoclastia e la modesta idea della divinità insita in ogni persona.

Ma il ribrezzo che provo ogni volta che apro Instagram mi relega nel girone dantesco dei boomer rancorosi nonostante faccia il possibile per tenermi al passo coi tempi; eppure io che provavo fastidio di fronte a una persona intenta a fotografarmi non riesco a capire come facciano queste persone a passare la giornata a fotografare se stessi.

Abituato a un’infanzia dove le foto erano cosa rara e al massimo si aveva diritto a un rullino da 36 per un’intera estate e venuto in un paese in cui ancora l’unica foto di famiglia è incorniciata al muro, mi ritrovo disorientato a vedere tutte ste facce, una dietro l’altra per interminabili kilometri da scorrere con un dito.

E li ripenso alla cara vecchia mitologia. Al mai dimenticato Narciso

Piccolo ripasso

Narciso è il figlio della violenza che l’azzurrina Liriope ha subito da Cefiso, uno dei cento potamoi nati da Oceano e Teti.

All’età di sedici anni era ammirato da tutti per la sua bellezza, ma dietro il suo dolce e affascinante aspetto si celava una tale superbia, “che nessun giovane, nessuna fanciulla mai lo toccò”. Un giorno, durante una battuta di caccia al cervo, il giovane colpì la curiosità di una ninfa abitante dei boschi: Eco. La dea se ne innamorò, e inizò a seguire ogni suo passo. Quando Narciso perse le orme dei suoi compagni e si ritrovò da solo nella foresta, iniziò a cercare aiuto, e gridando chiedeva se ci fosse qualcuno. Eco, che era stata destinata a ripetere soltanto i suoni già emessi da qualcuno o qualcos’altro, ma mai a cominciare lei stessa una conversazione, ripeteva le parole del suo amato.

All’ennesimo scambio di battute sempre uguali, senza che capisse da dove provenissero, Narciso invitò il suo ignoto interlocutore a farsi vedere e ad unirsi a lui. Mai Eco fu più entusiasta di ripetere quella proposta, e si mostrò, cercando di abbracciare il ragazzo. Ecco che la boria di lui prese il sopravvento, e scacciò in malo modo la fanciulla, che da quel momento si ritirò furtiva tra i tronchi finchè il suo intero corpo non si decompose per il dispiacere. Di lei rimase solo la voce. Di lì a poco anche Narciso avrebbe sofferto per amore. Di se stesso. Uno dei suoi tanti amanti, infatti, lo aveva maledetto a trovare l’amore della sua vita e a non poter essere ricambiato.

Sconvolto, quindi, il bello cercò ristoro in una selva che non era mai stata illuminata dalla luce del sole, presso un lago. Quando si chinò sull’acqua per dissetarsi, incrociò lo sguardo più profondo che avesse mai visto, le guance più rosee mai esistite che avrebbero fatto invidia al più colorito dei petali. Si innamorò di quell’immagine riflessa. Cercò in tutti i modi di afferrarla, ma niente bastò ad unire la coppia. Quando notò che il suo amato ripeteva precisamente ogni sua mossa, che piangeva quando lui piangeva, che muoveva la bocca allo stesso modo, capì. “Iste ego sum!“.

Quale dolore, dopo una così atroce scoperta. Preso da quell’improvviso furore, non riusciva a contenere la disperazione. Eco lo accompagnava in ogni suo grido o lamento. Delirava e poi tornava ad ammirare l’immagine del suo amore impossibile. Amore che lo avrebbe ucciso. Meglio la morte, pensava, piuttosto che una vita in preda alla depressione. Esausto, si accasciò  a terra e posò la testa sull’erba verde. Quando le Naiadi, sue sorelle, si riunirono sul luogo dove credevano di trovare il suo corpo, ecco invece un fiore: giallo nel mezzo, intorno petali bianchi, e con il calice rivolto verso l’acqua.

Finito il ripasso.

Chissà cosa racconterebbe Ovidio del Narciso ai tempi di Instagram, Facebook e Twitter.

Ormai numerosi studiosi hanno posto la loro attenzione alla relazione tra esseri umani e Social Media e a come tali strumenti stanno cambiando l’identità di sé, la propria essenza e quella delle relazioni sociali.

Negli ultimi anni, e sopratutto fra le nuove generazioni, abbiamo osservato l’ascesa di Instagram come Social Media di elezione per presentarsi al mondo e gestire le proprie relazioni online, usando un canale comunicativo molto semplice: immagini o brevi video ed è proprio durante tale rivoluzione comunicativa che gli studiosi hanno rilevato un aumento dei tratti di personalità narcisista, sopratutto fra i Millennials.

Il tratto di personalità narcisistica si caratterizza per una grandiosa considerazione di sé che, entro certi limiti, può essere considerata fisiologica e funzionale ma che può trasformarsi in un quadro psicopatologico quando tali idee di grandiosità, il costante bisogno di ammirazione e la mancanza di empatia divengono caratteristiche fondanti la personalità.

Oltre alla definizione diagnostica del disturbo di personalità narcisistico del DSM-5 (Manuale Diagnostico e statistico dei Disturbi Mentali), uno studioso ha descritto tre tipologie di personalità narcisista. La prima, ritenuta adattiva, si caratterizza per l’orientamento alle relazioni interpersonali, la seconda e la terza, di tipo disadattivo, sono maggiormente correlate ad un esito psicopatologico e si caratterizzano da una forte attenzione verso se stessi, da nevroticismo e da considerevoli scatti d’ira (Ackerman et al., 2011).
Instagram e Narcisismo
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A partire da questa distinzione è stato condotto uno studio volto a valutare la relazione tra narcisismo e tutti quei comportamenti, definiti di autopromozione degli utenti Instagram. Nella fattispecie si parla di pubblicare selfie, aggiornare l’immagine del profilo e mantenere il collegamento all’applicazione durante gran parte della giornata.

Dalla ricerca è emerso che quasi la metà delle foto pubblicate e condivise su Instagram sono classificate come selfie (24,2%) o selfie con gli amici (22,4%).

Gli individui con tratti di personalità di tipo narcisistica pubblicano più selfie e aggiornano più di frequente la loro immagine profilo rispetto a individui che non presentano tale tratto di personalità. Inoltre i narcisisti valutano le loro immagini come fisicamente più attraenti e sono maggiormente preoccupati per il loro aspetto fisico rispetto agli altri e trascorrono più tempo su Instagram.

Nello specifico è emerso che gli individui che presentavano maggiori caratteristiche di narcisismo di tipo disadattivo mettevano in atto più comportamenti di autopromozione rispetto ai soggetti con narcisismo adattivo. Questo dato suggerisce che i soggetti con narcisismo disadattivo, in quanto deficitari di autostima cercano maggiormente di compensarla tramite comportamenti di autopromozione online, al contrario dei soggetti con narcisismo adattivo, i quali avendo un alto livello di autostima non hanno bisogno di mettere in atto tali comportamenti.

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